Rudolf Böhmler, paracadutista tedesco
Più e più grappoli di bombe caddero. Ci rendemmo conto che ci volevano annientare, non potevamo capire che questo terribile avvenimento sarebbe andato avanti così a lungo … Il sole perse la sua luminosità. Fu come la fine del mondo … Camerati furono feriti, sepolti vivi furono tirati fuori a fatica e a volte sepolti per la seconda volta. Interi plotoni e squadre furono annientati da colpi in pieno. I sopravvissuti fuggivano in coppia o in piccoli gruppi dalle case che stavano divenendo delle trappole per gli uomini e si rifugiavano nelle buche delle bombe. Molti di loro unirono le braccia e nello stesso tempo si tapparono le orecchie perché gli scoppi non ledessero i loro timpani.
Sopravvissuti in fuga, mezzo impazziti per le esplosioni, girovagavano quasi istupiditi, inebetiti, evitando qualsiasi copertura, finché, colpiti in pieno da un’esplosione, sparivano.
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Henry L. Stimson
Come nella questione dell’abbazia di Montecassino, così per Roma, l’atteggiamento del Ministero della Guerra è chiaro e definitivo: ogni possibile precauzione deve essere presa contro la distruzione di monumenti culturali, storici e religiosi; ma se dovesse apparire evidente che il nemico fa uso di tali monumenti per scopi militari, e che le vite dei soldati americani sono di conseguenza in pericolo, non vi può essere alternativa; le vite devono essere salvaguardate, qualunque sia il valore delle cose materiali.